Chennai, 17.01.2015

Statua museoNuovo giorno, nuova avventura! Il museo statale è abbastanza vicino al nostro albergo e decidiamo di raggiungerlo a piedi, non senza qualche difficoltà, vista l’assenza di indicazioni ed un sistema stradale che non si scandalizza all’idea che i pedoni camminino lungo il ciglio di superstrade a due corsie per senso di marcia. Ovviamente la cosa a noi risulta invece particolarmente sgradevole.
Il museo è meno bello di quello visitato a Trivandrum. La sezione scientifica presenta una miscellanea di argomenti senza approfondirne nessuno e risulta invece più interessante la sezione artistica, con le sculture in pietra ed in bronzo degli idoli indiani. Miglioriamo la nostra conoscenza del pantheon induista, separiamo le divinità riconducibili a Shiva da quelle legate a Vishnu, incontriamo di nuovo la scimmia Hanuman, quella che reca in mano una intera montagna medicinale, la mia divinità prediletta. Ne avrei bisogno anch’io, visto che anche oggi si è aggiunto il mal di pancia alla lunga lista di fastidi che mi affliggono dall’inizio della vacanza. Forse ho mangiato qualcosa che non mi ha fatto star bene, forse le ultime bananine fritte che ci portiamo appresso da Cumily, mangiate ieri per noia, in stazione aspettando il treno.
Usciti dal museo ricomincia l’epopea. Ci facciamo accompagnare in tuk-tuk alla Società Teosofica, vorrei che mi spiegassero cosa ha insegnato di buono la religione che non poteva essere trasmesso dalla filosofia o dall’etica, ma il centro è chiuso per le festività del Pongal. Prendiamo allora un secondo tuk-tuk che ci porta a Fort St. George, dall’altra parte del lunghissimo lungomare (il secondo al mondo, pare). Qui scopriamo che il tuktukista non ha il resto di 500 IR. Attimo di panico nei suoi occhi, in giro sembra non esserci nessuno per cambiarci i soldi, subito risolto dall’arrivo di un altro guidatore di tuk-tuk che si offre di saldare il debito ed in cambio noi faremo con lui la corsa del rientro. Non so cosa ci porti ad accettare una proposta del genere, conoscendoci, eppure… contraiamo il debito con lo sconosciuto. Gli diciamo che noi avremo bisogno della corsa solo un paio d’ore più tardi, ma lui accetta senza scomporsi, dicendo che nel frattempo dormirà. Ha una faccia simpatica, con un occhio più chiuso dell’altro, la barba non rasata, un espressione da marinaio o forse da pirata.
Subito capiamo che Fort St. George non ha molto da offrire, ma di fronte c’è un parchetto dove decidiamo di entrare per mangiare qualcosa. Meglio, Franci mangia, io la guardo, vedi alla voce: mal di pancia. Riposàti, vorremmo fare due passi. Non sono ancora passate due ore, per cui andiamo a cercare l’autista per spiegargli i nostri piani. Lo troviamo con qualche difficoltà e gli proponiamo un nuovo accordo. Vorremmo arrivare all’Anna Nagar Memorial a piedi e poi proseguire in tuk tuk fino al tempio di Kapaleeshwar . Ci dice che oggi la marina è un po’ affollata, ma accetta. Ci troveremo all’Anna Nagar Memorial alle 16.

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